I FONDATORI

Chiara Spinnato

”Sono certa: ciò che rende stellare una mostra non è ciò che viene esposto, ma il percorso che il visitatore compie all’interno di essa.”

Una profonda e dettagliata ricerca a fianco dei migliori curatori e specialisti dei diversi settori è l’origine delle mie proposte espositive.

Il mio ruolo è quello di creare una mediazione tra le conoscenze approfondite degli studiosi, le esigenze degli spazi espositivi, e ciò di cui sono convinta abbiano realmente bisogno i visitatori: conoscenza attraverso l’esaltazione, stimolo alla curiosità che sia anche stupore e rapimento.

Questo fa di me soprattutto un’entusiasta dell’arte.
Sono convinta che la cultura e la conoscenza siano davvero ciò che rendono le persone migliori e più felici. Per questo mi dedico a questi progetti da moltissimo tempo, con una passione che non è mai diminuita anche nei momenti più complessi della mia vita.

Sono entrata in questo settore nei primi ‘00, ideando e progettando mostre per enti pubblici e privati in Italia e all’estero.

Sono stata felice di collaborare all’esposizione di strepitose opere d’arte e alla realizzazione di percorsi espositivi in scenari come la Triennale di Milano, Il Castello Visconteo di Pavia, la Villa Reale di Monza e la Reggia di Caserta, il Castello Svevo di Bari, la Rocca di Gradara o ancora il Palazzo Reale di Milano e il Castello di Miramare a Trieste.

Ne sono certa: ciò che rende stellare una mostra non è ciò che viene esposto, ma il percorso che il visitatore compie all’interno di esso. Un percorso esterno che deve diventare percorso interiore, e che deve essere adattato appositamente per ogni luogo o città che lo ospita.
Voglio rendere accessibile a tutti ciò che spesso è destinato solo a specialisti e professionisti del settore.
Dopo molti anni di esperienze e consulenze artistiche ho deciso di creare una società che rispecchi pienamente la mia visione, il mio entusiasmo e il mio metodo di lavoro.

Nella vita privata abito a Monza con le mie due figlie. Amo le cotolette, non vado in spiaggia se prima non ho mangiato una granita e parlo con Alexa dicendo sempre grazie.

Filippo Giunti

“Vogliamo creare un sistema di esperienze che si leghino, rafforzandosi e arricchendosi a vicenda, ma che possano vivere anche di vita propria”
Il visitatore per il quale progettiamo le nostre mostre NON E’ l’appassionato del tema della mostra ma la persona costretta a accompagnarlo, trascinato controvoglia a visitare qualcosa che non lo interessa quando avrebbe preferito fare qualcos’altro o essere altrove. La nostra missione è far uscire anche lui sorpreso, divertito e felice dell’esperienza appena vissuta.
Infatti, il successo delle nostre prime mostre, ha confermato quello che pensavamo: se sei abbastanza bravo da raccontarle come qualcosa di emozionante e interessante, le mostre d’arte possono attirare persone che solitamente alle mostre si annoiano e che non hanno nessuna voglia di perdere qualche ora del proprio tempo per fingersi interessate ad essere arricchite culturalmente.
Le persone non vanno a vedere mostre (così come non leggono libri e non vanno al cinema) come azione fine a se stessa. Le persone cercano lo svago, la sorpresa, lo stimolo a essere curiose, la riflessione, lo spunto interessante di cui parlare con gli amici sui social. E il mezzo per ottenere tutto questo può essere una mostra, così come può esserlo un libro o un film su Netflix.
Quello che occorre loro è avere dei punti di riferimento che li aiutino a decidere dove cercare per non perdere tempo. Ecco l’importanza di creare un brand vero, anche nel campo delle mostre d’arte.
Un appassionato di pittura impressionista non si lascerà scappare nessuna mostra che esponga quadri impressionisti, così come, qualcuno interessato alla seconda guerra mondiale, andrà a vedere tutti i film sulla seconda guerra mondiale. Però così la scelta si riduce e quindi anche il mercato. Io invece che amo Quentin Tarantino e mi fido di lui, andrò a vedere tutti i suoi film, sia che parlino di gangster, di west o della seconda guerra mondiale.
Allo stesso modo la maggior parte dei visitatori della nostra prima esposizione sui mostri giapponesi è corsa a visitare la mostra sulle streghe perché si è fidata di noi e del nostro modo anticonvenzionale di intendere una mostra, curiosa anche di scoprire cosa ci saremmo inventati.
Io faccio il pubblicitario dal 1992 e nel corso della mia carriera mi sono occupato della creazione di tantissimi brand nazionali e internazionali. In Vertigo Syndrome ho portato la somma di tutte le strategie di comunicazione che ho testato in questi anni.
Vertigo Syndrome è solo uno, il primo, dei brand che abbiamo creato…

…quello che riguarda la produzione e l’organizzazione di mostre, ma al quale poi abbiamo affiancato Kappa Sutra che produrrà i giochi legati alle mostre e Bastian Balthazar Book che invece pubblicherà i libri che dai temi delle mostre nasceranno.

L’idea è quella di creare un sistema di esperienze che si leghino, rafforzandosi e arricchendosi a vicenda, ma che possano vivere anche di vita propria, uniti solo dalla missione comune di dare alle persone nuove cose coinvolgenti da fare, ascoltare, vedere o scoprire insieme a noi, che siamo i primi che ci entusiasmiamo anche solo a pensarle.

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